Il burnout degli operatori sanitari: la mindfulness come fattore preventivo

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LA MINDFULNESS RIDUCE LO STRESS LAVORO – CORRELATO

Nella lotta contro il tumore sono coinvolti in prima linea gli operatori sanitari che, con costanza e dedizione, si prendono cura del paziente e dei suoi familiari. Le situazioni stressanti sul lavoro possono determinare però una compromissione del proprio benessere personale portando a disagio psicologico, sensazione di affaticamento e burnout. La Mindfulness può ridurre lo stress-lavoro-correlato, migliorando la qualità di vita personale e professionale.

L’OPERATORE CHE SORREGGE IL MONDO

Atlante è un personaggio della mitologia greca, noto per essere colui che sorregge il globo terrestre sulle proprie spalle. La storia racconta che Zeus, per punire Atlante che si era alleato con Crono nella rivolta contro il Padre degli Dei, lo costrinse a sorreggere in eterno questo peso. Soltanto Ercole, per farsi aiutare dal Titano a raccogliere i tre pomi dal giardino degli Esperidi, riuscì a sollevarlo temporaneamente dalla punizione che lo affiggeva ormai da tempo ma l’eroe, astuto, con uno stratagemma riuscì poi a restituire ad Atlante la volta celeste, scappando via.

Chi è allora Atlante? Il Salvatore che impedisce agli uomini di rimanere travolti dall’immensità celeste, la vittima di una punizione troppo dura o l’afflitto che vive la conseguenza delle proprie azioni?

I miti sono storie, raccontate per spiegare l’origine del mondo, dell’umanità e della condizione umana. In questo caso Atlante diventa simbolo dell’uomo che sorregge un grande peso sulle proprie spalle, tanto pesante da inginocchiarlo.

Quando penso al lavoro che gli operatori sanitari svolgono ogni giorno, penso proprio al Titano, che non deve e non può sottrarsi alla propria responsabilità di care giving. E’ noto che in ambito oncologico questi sono continuamente soggetti al malessere, alla sofferenza e alle forti emozioni negative provate dai propri pazienti, come rassegnazione, rabbia, nervosismo, tutti aspetti che incidono sulla qualità della prestazione. Gli oncologi, gli specialisti in cure palliative, gli infermieri, gli psiconcologi, gli O.S.S. e tutte le altre figure coinvolte affrontano un elevato rischio di stress, fatigue e disagio psicologico, portando in molti casi ad una situazione di burnout.

Il burnout è un costrutto sviluppatosi negli anni ’30 e affermatosi nell’ambito delle professioni d’aiuto che, causato dalla presenza di stressor cronici e acuti, porta a sviluppare tre tipi di sintomo[1]:

  • Esaurimento emotivo: sensazione di sovra-affaticamento derivato da un abuso delle risorse fisiche ed emotive;
  • Depersonalizzazione: reazione di distacco rispetto i pazienti similare al cinismo;
  • Scarsa efficacia professionale: sensazione di incompetenza.

Le conseguenze coinvolgono il funzionamento dell’intero organismo a livello cognitivo/emotivo (demotivazione, irritabilità, difficoltà a mantenere l’attenzione), comportamentale (assenteismo, mancanza di iniziativa) e fisico (emicrania, insonnia, debolezza, …).

Oggi viene definito come una “progressiva perdita di ideali, di energia, di motivazione, vissuta dalle persone che svolgono le professioni di aiuto a causa delle condizioni tipiche del loro lavoro”[2].

Quali sono queste condizioni tipiche? Il “fallimento” della cura che sfocia nella morte del paziente, l’essere impreparati a fronteggiare questa tematica, la delusione del familiare che a volte può portare ad accuse e violenze verbali nei confronti dell’operatore, l’inadeguata formazione del personale a livello di gestione e comunicazione, la staticità della condizione del paziente e l’inefficacia delle cure nel caso di alcune tipologie di tumore, carenza di risorse, le motivazioni possono essere molteplici.

Spesso si ricercano momenti di svago che favoriscano una pausa momentanea dalla condizione stressante, un po’ come Atlante che tirò un respiro di sollievo con Ercole, ma poi? Il lavoro ad un certo punto chiama.

Tra i diversi percorsi proposti agli operatori sanitari, la Mindfulness permette di fronteggiare quotidianamente questo malessere, evitando di raggiungere l’atto estremo del burnout.

Questa pratica ha l’obiettivo di migliorare il benessere psicofisico attraverso una miglior consapevolezza e accettazione della propria esperienza, modificando il modo di percepirla e viverla.

La letteratura scientifica ha, in particolar modo, dimostrato gli effetti positivi della MIdfulness Based Stress Reduction (MBSR) con una riduzione significativa del burnout, dello stress, dell’ansia e della depressione nel personale infermieristico, con un miglioramento dell’efficacia dell’assistenza clinica  e della relazione empatica professionista-paziente[3][4].

Inoltre, acquisire una buona pratica mindful permette anche un miglioramento nella condizione di degenza del paziente.

Un recente Studio, pubblicato nel 2020 da Hunter e co., ha dimostrato come un intervento comportamentale breve di mindfulness, fornito da un infermiere ad un paziente oncologico sottoposto a chemioterapia, può ridurre la nausea e il vomito anticipatori (ANV), risposta condizionata che nel 10-30% dei casi affligge i pazienti entro la terza sessione di chemio. Gli infermieri del reparto di oncologia, adeguatamente formati, hanno insegnato la pratica ai pazienti prima della prima somministrazione di chemioterapia al fine di prevenire effetti collaterali condizionati, ottenendo i risultati sperati[5].

La Mindfulness non ha il potere di cancellare le numerose difficoltà che si possono verificare in un reparto oncologico, ma può aiutare a fronteggiarle meglio, vivendole con un atteggiamento orientato all’accettazione non giudicante, ri-significando queste esperienze in modo da percepire il proprio lavoro non più come un peso ma come una missione.

Ognuno di noi è un po’ come Atlante ma la volta celeste non va sostenuta senza aiuti.

dott.ssa Mariachiara Foresio


[1] P.Argentero, C. G. Cortese, C. Piccardo (2014). Psicologia delle organizzazioni. Raffaello Cortina Editore. Cap 19:460-461

[2] Michael K. Kearney, MDRadhule B. Weininger, MD, PhDMary LS Vachon, RN, PhD (2009). Self-care of Physicians Caring for Patients at the End of Life: “Being Connected… A Key to My Survival”. JAMA, 301 (11), 1155-64, E1. DOI: 10.1001/jama.2009.352

[3] Boellinghaus, I., Jones, F.W. & Hutton, J. The Role of Mindfulness and Loving-Kindness Meditation in Cultivating Self-Compassion and Other-Focused Concern in Health Care Professionals. Mindfulness 5, 129–138 (2014). https://doi.org/10.1007/s12671-012-0158-6

[4] Lamothe M, Rondeau É, Malboeuf-Hurtubise C, Duval M, Sultan S. Outcomes of MBSR or MBSR-based interventions in health care providers: A systematic review with a focus on empathy and emotional competencies. Complement Ther Med. 2016;24:19–28. doi:10.1016/j.ctim.2015.11.001

[5] Jonathan J. Hunter  Robert G. Maunder  Dawen Sui  Mary Jane Esplen  Alejandro Chaoul  Michael J. Fisch  Roland L. Bassett  Marlys M. Harden-Harrison  Lore Lagrone  Lucas Wong  Luis Baez ‐ Diaz  Lorenzo Cohen (2020). A randomized trial of nurse‐administered behavioral interventions to manage anticipatory nausea and vomiting in chemotherapy. Cancer Medicine. https://doi.org/10.1002/cam4.2863

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